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il tartaro e la pulizia dentale

La pulizia dei denti è essenziale per la Salute, non solo della bocca, ma di tutto l’organismo.

Come si forma il tartaro? Se, dopo aver mangiato, non ci si lava i denti, sugli stessi rimane un velo di alimenti che diventano appiccicosi e che aderiscono allo smalto trasformandosi in tartaro, esattamente come fanno le gocce d’acqua nei rubinetti che, evaporando, lasciano il calcare che poi è difficile da togliere. La stessa cosa accade in bocca. Solo che il tartaro è formato non solo da residui di cibo, ma anche da batteri che nascono e muoiono in continuazione, fino a diventare duri tanto che poi lo spazzolino sarà incapace a rimuoverlo. A quel punto si può intervenire solo con la pulizia professionale fatta nello Studio Dentistico utilizzando gli ultrasuoni che, facendo vibrare le concrezioni attaccate ai denti, le riescono ad eliminare consentendo quindi alle gengive di tornare sane e senza sanguinamento (il quale è uno dei segnali che ci avverte che i denti sono troppo sporchi).

Prevenire la formazione del tartaro è difficile, ma non impossibile. Spazzolare i denti con dentifrici adeguati (magari senza fluoro e con sostanze naturali) a partire da 20 minuti dopo aver assunto l’ultimo boccone di cibo, passare il filo interdentale almeno una volta al giorno e, se necessario, usare lo scovolino per gli spazi interdentali ampi.

Ultimamente, le nuove generazioni di spazzolini elettrici sono molto utili ad assolvere il compito di mantenerci la bocca sana e pulita. Le microrotazioni velocissime hanno una funzione simile a quella degli ultrasuoni, consentendo di  fare in maniera accurata quello che a volte con lo spazzolino manuale non riusciamo a fare. Esistono apparecchi che hanno un timer che indica quanto tempo si deve stare a contatto di ogni dente e, avendo la testina piccola, permettono di pulire zone che sarebbero inaccessibili con altri strumenti.

Ovviamente ognuno è libero di utilizzare il metodo che preferisce, ma quello che è essenziale è la pulizia dentale professionale (l’ablazione del tartaro) dal dentista una volta ogni sei mesi (oppure ogni quattro o tre mesi = 3 o 4 volte all’anno, a seconda dei casi) come minimo.

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